di Anushka Zafar
"Non avevo mai assistito prima a un disastro di tali proporzioni," afferma Puja Gloria Rodrigues, consulente psicosociale dell'Istituto di Sviluppo Didattico (IED) della BRAC University. Tre giorni dopo il crollo del Rana Plaza, Gloria è arrivata all'Istituto Nazionale di Traumatologia e Riabilitazione Ortopedica (NITOR) di Dhaka con un gruppo di altri consulenti. Qui l'équipe ha visitato tutti i feriti, offrendo loro sostegno emotivo. Vivere personalmente il trauma subito dai sopravvissuti ha avuto un grosso impatto su coloro che si sono impegnati per aiutarli. "Ero in stato di shock," ha detto Puja. "È stato estremamente difficile vedere delle persone soffrire così tanto".
Per Puja e le altre persone che hanno fornito consulenza psicosociale, il compito di alleviare le sofferenze dei sopravvissuti, andando oltre le implicazioni fisiche, ha rappresentato un'altra grande sfida. Molti avevano ancora paura di entrare in un edificio o avevano attacchi di panico ogni volta che sentivano forti rumori improvvisi. “Aiutarli a parlare delle loro sensazioni non è stato facile: i sopravvissuti erano consapevoli del marchio sociale associato alla loro situazione,” spiega Puja. In Bangladesh, dove i problemi legati ai traumi psicosociali sono difficilmente riconosciuti, è meno probabile che chi li ha subiti possa trarre qualche giovamento dalla consulenza post-trauma. L'abbattimento di queste barriere è stata una parte fondamentale dell'impegno per aiutarli ad andare avanti.
Nell'ambito del progetto sviluppato in collaborazione con Benetton Group, BRAC si è proposto di aiutare i sopravvissuti a trovare nuovi modi per guadagnarsi da vivere e provvedere al sostentamento proprio e dei loro familiari. La prima fase del progetto, costituita da colloqui con i sopravvissuti e i familiari delle persone che avevano perso la vita nel crollo, ha richiesto una gestione molto accurata. Il dottor Tozammel Haque, Direttore di filiale dell'ufficio Microfinanziamenti di BRAC a Savar, ha coordinato con il suo team i colloqui preliminari. Questi colloqui sono stati condotti a domicilio; molti abitanti del luogo, che non erano presenti il giorno della tragedia, sono arrivati chiedendo a gran voce un'assistenza finanziaria alla quale non avevano diritto. Gli ex dipendenti del Rana Plaza hanno iniziato a farsi avanti, mostrando il loro documento d’identità professionale per poter partecipare. A complicare ulteriormente le cose, gli addetti agli incontri sono stati avvicinati dai mastan (sicari locali), intenzionati a imporsi come intermediari tra l'organizzazione e i potenziali partecipanti al progetto. Nonostante questo, Tozammel e il suo team hanno tenuto duro, senza cedere alle richieste. "Non abbiamo permesso loro di interferire con la nostra missione," spiega.
La formazione per lo sviluppo delle competenze, altra parte integrante del progetto, ha posto un'ulteriore grande sfida: integrare assistenza finanziaria e formazione, e creare un programma completo che potesse consentire ai partecipanti di ripartire da zero. "Non avevamo mai fornito questo tipo di formazione ai superstiti delle catastrofi provocate dall'uomo," afferma Ratan Chandra Biswas, esperto senior del programma BRAC incentrato sulle catastrofi, sull'ambiente e sul cambiamento climatico. "Abbiamo dovuto tenere conto dell'entità dei traumi fisici e psicosociali di ognuno durante la pianificazione." Le situazioni di stress o di alta pressione dovevano essere evitate a tutti i costi.
Ma altri problemi si profilavano all'orizzonte. Ad esempio, quando è giunto il momento di avviare le nuove attività, coloro che avevano scelto di aprire un negozio di alimentari hanno contattato Tozammel, spiegandogli che non riuscivano a trovare i locali. La maggior parte dei proprietari d'immobili con spazi disponibili in affitto non era disposta a concederli senza una caparra, che molti partecipanti al progetto non potevano permettersi di pagare. Tozammel ha capito che comunicare direttamente con i proprietari era il modo migliore. Così facendo, infatti, molti proprietari hanno dimezzato l'importo della caparra o addirittura non l’hanno richiesta. Per avviare le loro attività, i nuovi negozianti avevano anche bisogno di merci. "Con il finanziamento iniziale fornito da BRAC, li abbiamo aiutati ad acquistare prodotti per le loro attività," continua Tozammel. Anche se il processo è stato lungo e difficoltoso, lo staff ha affiancato i partecipanti al progetto in ogni fase, aiutandoli a superare il trauma e garantendo loro un nuovo inizio, una nuova vita.
BRAC
BRAC, la più grande organizzazione di sviluppo mondiale e leader globale nella creazione di opportunità di sviluppo per i paesi poveri, è stata costituita nel 1972 in un remoto villaggio del Bangladesh per un progetto di soccorso di portata limitata. Da allora ha realizzato iniziative contro la povertà in 11 paesi in via di sviluppo in Asia, Africa e nei Caraibi. Attraverso l’organizzazione delle risorse umane e materiali delle comunità locali, BRAC intende assicurare un cambiamento duraturo, creando un ecosistema in cui i poveri abbiano la possibilità di assumere il controllo della propria vita.
BRAC adotta un approccio globale allo sviluppo, orientato verso l’integrazione, utilizzando strumenti come la sanità, l’istruzione, la microfinanza, la gestione delle catastrofi, del cambiamento climatico e ambientale, i servizi legali, il rafforzamento delle comunità e altro ancora. Attualmente, oltre 135 milioni di persone nel mondo sono state assistite e centinaia di migliaia di imprenditori sono stati formati da BRAC. L’organizzazione impiega 45.918 addetti e 69.434 collaboratori. La sua spesa totale nel 2013 è stata di 546 milioni di dollari.
Per maggiori informazioni sull’organizzazione BRAC visita il sito www.brac.net