Le pratiche di acquisto di brand e retailer influenzano non solo la stabilità finanziaria e la sostenibilità economica dei business partner, ma, a cascata, determinano anche la capacità dei fornitori di pagare un salario adeguato ai lavoratori e di assicurare l’adeguatezza delle condizioni di lavoro. L’adozione di pratiche di acquisto responsabili è quindi fondamentale per la salvaguardia di un equo trattamento dei lavoratori. Benetton Group intende agire come buyer corretto nei confronti dei propri fornitori: questo è un impegno trasversale che richiede l’appoggio dell’AD e il supporto di tutte le funzioni aziendali coinvolte, dal design alla pianificazione, dal sourcing al controllo qualità, per arrivare alla sostenibilità. Attraverso la partnership con il Better Buying Institute (BBI), instaurata nel 2023, i fornitori di capo finito sono coinvolti nel valutare le pratiche di acquisto dell’azienda: i feedback raccolti consentono a Benetton Group di identificare i propri punti di forza e di debolezza e di lavorare sui gap individuati. L’adozione di pratiche di acquisto responsabili richiede infatti un approccio orientato al miglioramento continuo.


In questa prospettiva, Benetton Group si impegna a ridurre al minimo le modifiche agli ordini dopo la loro emissione ufficiale (le rettifiche coinvolgono meno del 5% degli ordini).

Ci impegniamo, inoltre, a rispettare i termini di pagamento e gli altri termini contrattuali concordati: i nostri fornitori vengono generalmente pagati a 90 o 120 giorni tramite lettera di credito o bonifico bancario.

Vedi il nostro modello standard per gli ordini di acquisto

Nella gestione del proprio canale industrializzato (che rappresenta il 40% della produzione totale) Benetton Group ha piena visibilità dei costi della propria catena di fornitura e ne tiene conto nella contrattazione, adottando un approccio di negoziazione “open-costing”. Nello specifico, per le geografie di Tunisia, Serbia e Croazia, ogni semestre – contestualmente allo sviluppo della nuova collezione – è costruito un indice inflazionistico che tiene conto dell’andamento di tre componenti:

  • Costo del lavoro (adeguamenti del salario minimo, contributi previdenziali e assicurativi, modifiche nei contratti nazionali di riferimento); considerata l’attenzione alla tematica, Benetton Group si confronta periodicamente con le parti sociali, i sindacati, i rappresentati dei lavoratori e le autoritĂ  nazionali. Il costo del lavoro (diretto e indiretto) viene rapportato al minutaggio richiesto per le diverse fasi di lavorazione per identificare il valore al minuto della manodopera;
  • Costo dell’energia; a fronte della recente crisi energetica, Benetton Group supporta attivamente i propri fornitori nell’individuare i provider e le soluzioni contrattuali piĂą tutelanti;
  • Costo delle materie prime.

Nella definizione dei costi, ciascuna componente è isolata e analizzata separatamente, mentre Benetton Group e i fornitori si confrontano reciprocamente sulle opportunità di efficienza (es. utilizzo ottimale della materia prima).

Lo sviluppo di ogni nuova collezione è preceduto da un confronto tra i team Merchandising, Finance e Operations per considerare l’indice così costruito nella definizione dei prezzi e da garantire una contrattazione equa e corretta con i fornitori.

L’adozione di pratiche di acquisto responsabili, così come il raggiungimento degli altri obiettivi sociali e ambientali di Benetton Group, sono rendicontanti periodicamente al Comitato di Sostenibilità. In corso d’anno sono definiti dei target intermedi e delle attività funzionali alla gestione degli impatti sociali e ambientali: i diversi dipartimenti aziendali coinvolti sono valutati su questi obiettivi e incentivati a raggiungerli.

Grazie ai dati raccolti tramite le attivitĂ  di monitoraggio di compliance sociale, riscontriamo che circa il 99,95% dei lavoratori nella nostra supply chain viene retribuito con un salario uguale o superiore al minimo previsto dalla legge locale o dal contratto collettivo del settore e in accordo alla relativa griglia di classificazione salariale. Inoltre, circa il 64% dei lavoratori della nostra supply chain percepisce una retribuzione in forma digitale, circa il 20% viene pagato cash, mentre per il restante 16% risulta una retribuzione in parte tradizionale e in parte digitale.